Le performance culturali
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Riferimenti teorici
Liminale, liminoide
La performance estetica che diventa culturale e quindi sociale quando costituisce la trama di un racconto di vita che non si limita ad eccitare un vissuto emozionale istantaneo e ritualistico (estetismo) ma produce un nuova creazione di valori e di significati capace di avviare processi del riconoscimento e di trasformare la realtà (azione sociale).
Per dirla nel linguaggio di V. Turner, nella performance culturale il liminoide si trasforma in liminale.
Liminoide è il prodotto di un’ispirazione individuale (estetismo), liminale è un’esperienza collettiva (azione sociale).
Liminoide è l’esito di una performance dove i diversi elementi non si compongono nella loro integrità ma subiscono una “riduzione delle complessità” funzionale al consumo. Liminale è, invece,lo stadio di una performance culturale che si radica nei legami vitali, li rigenera e li trasforma.
La performance culturale è la pratica sociale attualmente più efficace per il riconoscimento personale e solidale degli individui in condizione problematica, in quanto rende la performance estetica pienamente creativa.
Nella performance culturale il racconto della vita e dei drammi sociali in cui è immersa diventa ricca e complessa fino a trasformarsi in evento performativo che, mentre racconta e rappresenta, trasforma e rinnova. La performance estetica diventa cioè evento sociale.Nell’animazione di piazza, nella vita di strada, nelle notte bianche, nel popolo della notte, nella “tribù che balla”… si possono scorgere i tratti, agitati e incerti del tempo e, parallelamente, si possono raccogliere gli spunti per nuove ed efficaci azioni sociali. L’evoluzione della vita della città ha prodotto efficaci strumenti di autoespressione, innumerevoli generi di produzione culturale, come arte, spettacolo, sport, teatro, animazione, espressione:
"Esattamente quello che fanno i membri di una tribù quando
fabbricano maschere, si travestono da mostri, ammucchiano simboli rituali
disparati, invertono o fanno la parodia della realtà profana nei miti e nelle
leggende popolari, è ripetuto dai generi di svago delle società industriali
quali il teatro, la poesia, il romanzo, il balletto, il cinema, lo sport, la
musica classica e rock, le arti figurative, la pop art, ecc.” (Turner)
È possibile, quindi, intendere l’animazione culturale come produzione di performance culturali. p>
Le performance culturali sono composte di ciò che Turner chiama “media culturali”. Riti, drammi, e altri generi performativi raramente sono espressioni di un unico medium, per lo più coniugano ed orchestrano linguaggi e mezzi comunicativi diversi. I media e le performance culturali offrono importanti chiarimenti sui modi in cui i temi e i valori culturali vengono comunicati anche nei processi di cambiamento. La forza del dramma sociale consiste nel costituire un’esperienza (o una sequenza emozionale che ha la forma del flusso) che influenza in modo significativo la visione di se stessi e della realtà, lasciando la possibilità di aprire un varco nella confusione.
I generi performativi in parte imitano e rispecchiano i tratti processuali del dramma sociale e in parte, diventano “riflessione” per attribuire ad esso un “significato”.
La performance di strada, l’occupazione variopinta del tempo notturno, la frequentazione libera ai supermercati, la lunga notte in discoteca, occupano un luogo che non è alcun luogo e consumano un tempo che non è alcun tempo perchè le piazze, i viali e le strade diventano altro dal loro uso quotidiano e il tempo del piacere è vissuto come il rovescio del tempo del dovere (cioè della prestazione). Diventano un “non luogo” che prefigura nuovi possibili territori da abitare, un tempo mitico dove riporre ogni speranza. Quanto ne traspare è la società al suo “modo congiuntivo”: il volto giocoso del fantasticare.
A dispetto delle critiche di superficialità e della denuncia dei possibili
rischi,” il modo in cui le persone giocano ci rivela più cose sulla loro cultura
di quante ce ne riveli il modo in cui lavorano, perché ci fa penetrare i loro
valori del cuore”. In conseguenza di un
mutamento sociale, drammatico perché epocale, attraverso la messa in scena del
corpo e il racconto di sé, è possibile operare una riflessione critica su alcuni
aspetti nuovi, inediti della socialità e formulare una sorta di commento
sociale, quella "storia che un gruppo racconta a se stesso e su se stesso.
Attraverso l’agire
corporeo si sviluppano nuove esperienze, insieme locali e cosmopolite, secondo
modalità inedite, che sono spiegazione e drammatizzazione insieme, della forza
della vita che non si rassegna.
Tratto da Domenico Cravero, Ritornare in strada, Effatà 2008
Contributi ed esempi